Ha lasciato da parte ogni remora diplomatica il viceministro degli Esteri israeliano Danny Ayalon nel commentare su Twitter la sentenza della Corte Suprema di Gerusalemme, che ha ordinato lo sgombero di circa 300 coloni ebrei dall’insediamento di Migron. Una sentenza importante che ha segnato la fine dell’enclave israeliana più grande in Cisgiordania. Mentre il governo di Tel Aviv ha accettato (a malincuore) la sentenza, soprattutto per evitare un pericoloso corto circuito istituzionale tra organi dello Stato, il viceministro Ayalon ha stigmatizzato la decisione della Corte Suprema con alcuni tweet che hanno subito scatenato un acceso dibattito online.
Ayalon non è nuovo a episodi del genere e già in passato la sua intraprendenza sui social network ha provocato qualche scintilla. Per diffondere ancora di più le sue tesi, nel caso della sentenza su Migron si è avvalso anche di Facebook, comunicando la sua visita all’insediamento e sottolineando il suo sostegno ai coloni.
Sembra chiara la strategia comunicativa di Ayalon: con le sue provocatorie esternazioni, anche in contrasto con la linea ufficiale del governo, mira a parlare alla gente e a utilizzare i social media soprattutto in chiave di politica interna.